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Università degli Studi di Teramo

sabato 19 gennaio 2008

Sindaco nipote d'immigrati caccia gli immigrati!?

E’ dall’America, paese d’immigrazione ormai da secoli, che arriva l’ultima manifestazione di xenofobia. Il sindaco di Hazelton, una cittadina della Pennsylvania, Louis Barletta ha ingaggiato, ormai dal 2006, una vera e propria lotta allo straniero.
Dopo alcuni episodi di violenza il primo cittadino repubblicano ha pubblicamente affermato: “gli immigrati clandestini stanno distruggendo la città… ” e ancora “gli immigrati terrorizzano la città… la gente ha paura di camminare per le strade… la legge ci sarà e l’ordine tornerà a Hazelton, ho intenzione di utilizzare qualsiasi strumento dovesse essere utile”.
Il primo strumento utilizzato è stata una legge che prevede una multa di 1000$ al giorno ai proprietari che affittano a immigrati e la revoca per 5 anni della licenza per le ditte che li assumono. Inoltre nel testo s’afferma che: la lingua ufficiale è l’inglese e si vieta ai dipendenti comunali la traduzione di documenti ufficiali in altre lingue se non con un’autorizzazione ufficiale.
La questione è arrivata persino in senato, dove Barletta ha affermato che si tratta di elementi negativi che, con l’operato che la legge metterà in atto, verranno “rimossi”. Per rafforzare la sua posizione Barletta si è presentato a una riunione in comune munito di giubbotto antiproiettile!
La decisione ha comporto clamore in tutto il mondo, troupe televisive provenienti dall’Italia, dalla Germania, dal Giappone hanno intervistato Barletta che si è promosso paladino della sicurezza della sua città affermando che il suo mandato comporta una responsabilità nei confronti dei suoi elettori che deve assolvere in qualsiasi modo. A dare manforte a questa decisione ci sono state anche migliaia di e-mail di consenso e la decisione da parte di altre città di adottare lo stesso metodo.
Ma guadiamo nel passato di Louis Barletta, suo nonno era un immigrato italiano, Luigi Barletta che sbarcò su Ellis Island per cercare una vita migliore in America e, dopo molti sforzi lavorando in miniera, la trovò in Pennsylvania.
Ora viene da chiedersi come possa intimare quest’uomo di andare via a delle persone che, come fece suo nonno, cercano una vita migliore in un paese straniero? E com’è possibile che non si sia sentito tirato in causa quando Anna Arias, l’unico componente del consiglio che si è opposto alla legge, ha proposto, in modo provocatorio, di cacciare anche gli americani figli d’immigrati dalla città?
Il passato, anche in questo caso, non insegna. Lo ha capito la stessa Anna Arias che con rassegnazione e sdegno ha affermato: “ecco la prima città nazista d’America”.

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