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Università degli Studi di Teramo

giovedì 17 gennaio 2008

Violenza: le risposte di Italia e Romania

Davanti gli episodi di violenza e alla crescente intolleranza tra italiani e romeni si è generata la reazione dei due stati per cercare di trovare una soluzione al problema e arginare i sentimenti razzisti e xenofobi. L'unico mezzo capace di agire in questa direzione è la collaborazione attiva tra l'Italia e la Romania, che non dovrà risentire delle interferenze nazionali ma che dovrà operare per garantire la sicurezza a cittadini e regolare le grandi ondate migratorie.
Giorni fa c'è stato un incontro tra il premier romeno Tariceanu e il nostro Presidente del Consiglio Prodi che ha visto fissare i punti più importanti della coperazione tra i due Paesi e il rafforzamento di questa alleanza anti-razzista e fautrice della tolleranza.



Il Primo ministro romeno Tariceanu e il Premier italiano Prodi





L'autorità romena ha dichiarato di esser pronto a intervenire davanti alla trasgressione delle leggi da parte dei cittadini romeni sia in patria che all'estero e ha affermato che tutti coloro che saranno rimpatriati e condannati dalla legge dei paesi ospitanti sarà vietata la possibilità di espatriare e costretti a restare in Patria per qualche anno. Lo stesso Tariceanu si dichiara preoccupato del clima anti-italiano che si sta generando in Romania (e di quello anti-romeno in Italia) e scaglia delle accuse contro gli uomini politici colpevoli di fare dichiarazioni inappropriate solo per accaparrarsi consensi e vantaggi politici. Il premier ha poi affermato di essere romasto deluso dal comportamento di Veltroni e di quello dell'opposizione condannando alcune affermazioni considerate come intolleranti (a questo proposito viene senza dubbio in mente la proposta shock di Bettio).
Dal canto suo Prodi rassicura dicendo che "ci saranno più agenti rumeni in Italia e verrà creata una task force comune fra Italia e Romania sulla sicurezza".
Senza dubbio la complicità tra i due Paesi è rassicurante ma nello stesso tempo invita a riflettere più a fondo sulla tematica della violenza e a far luce su questi due sistemi istituzionali molto diversi. La macchina statale romena è più centralizzata e rigida rispetto quella italiana e prevede pene più rigide per chi commette reati. Come afferma il consigliere nazionale del Partito degli immigrati Iliaca, in Italia c'è bisogno di "leggi più severe e soprattutto la certezza della pena" perché "in Romania i cittadini non si permettono di delinquere perché la giustizia è meno intransigente che qui. In Italia, gli stranieri senza lavoro e senza scrupoli hanno la certezza che si possa farla franca e quindi propendono a intraprendere la strada criminale".
Un'altra polemica al sistema italiano è lanciata dal leader dell'Udc Casini, il quale afferma che la causa dell'aumento dei crimini e della delinquenza è dovuta proprio alla permissività del nostro Paese essendo del parere che "senza rispetto della legge e senza sicurezza non c'è accoglienza dignitosa" e che " il razzismo e la xenofobia sono il frutto che raccoglie chi tollera tutto, chi trasforma un Paese nella terra dove è conveniente arrivare perchè qui tutto è permesso e niente è punito". Diciamo che questa descrizione dell'Italia non è del tutto errata in quanto essa si presenta troppo permissiva e aperta, è da sottolineare inoltre che mancano oggigiorno misure decicive riguardanti le espulsioni, infatti non ci si assicura che gli emigrati "non graditi" lascino il Paese ma ci si limita ad avvisarli.
Dello stesso parere di Casini è Bonanni che accusa l'Italia di eccessivo lassismo e invita il governo ad agire in profondità facendo cicliche epurazioni e rimpatriando coloro i quali non trovano un'occupazione entro tre mesi.
Secondo Epifani invece la responsabilità di tali intolleranze è dovuta principalmente alla Romania, la quale non ha saputo organizzare e controllare le emigrazioni. Talvolta venendo meno agli accordi presi.
Tornando alle prese di parte della Romania, è senza dubbio da segnalare l'intervista del 28 novembre scorso de El Pais al Presidente romeno Besescu, il quale ha colpito duramente il Nostro Paese dichiarando di non trovare più sintonia con la nostra politica a seguito del delitto Reggiani. L'autorità romena ha reso pubblico il fatto di non essere d'accordo con il decreto sicurezza e ha aggiunto che tutti i romeni condannati al rimpatrio saranno difesi da un'assistenza legale gratuita poichè non è possibile risolvere il problema della criminalità con l'allontanamento e il rimpatrio in quanto nessuno può garantire la permanenza nel Paese d'origine. Si tratta di accuse molto pesanti che non ci fanno sentire orgogliosi delle nostre istituzioni e che mostrano un'altra faccia della linea d'intesa promossa dalla Romania e dalla stessa Italia.



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