GLI OCCHI DEI MEDIA
I media stanno dipingendo ormai da mesi i rumeni come dei "pericolosi criminali" senza scrupoli. Se è vero che molti rumeni si sono macchiati di gravi crimini, è anche vero che questi episodi di cronaca vengono enfatizzati senza scrupolo alcuno, per gettare la popolazione nel panico e ottenere consenso, dimenticandosi delle migliaia di immigrati onesti che lavorano in Italia e che aiutano la nostra economia a crescere. Pongono l'accento sul "pericolo rumeno" provocando un preoccupante "ping pong mediatico"; il loro ruolo dovrebbe essere spiegare, porre in prospettiva, distinguere (senza discriminare), contestualizzare, illustrare la complessità dei problemi, diffondere buon senso e razionalità, piuttosto che giudizi sommari, confusione ed emotività.
Alcuni anni fa il simbolo della preoccupazione razziale era rappresentato dai marocchini, che sono poi stati sostituiti dagli albanesi. Ora è la volta dei romeni.
Episodi eclatanti a proposito del ruolo dei media sono rappresentati dai titoli dei tg (Rai o Mediaset, non fa molta differenza). C'è una generale tendenza a drammatizzare l'informazione. E c'è una generale intenzione a usare il titolo non per informare ma per convincere, persuadere, influenzare pro o contro; spesso con l'uso accorto della mezza menzogna, che in un titolo diventa subito una mezza verità e poi verità certa.
Un esempio risale alla fine di luglio: "Tenta di rapire bimbo sulla spiaggia, sventato sequestro a Isola delle Femmine". Sulla donna, rumena, pesa l'accusa pesantissima di tentato sequestro e sottrazione di minore. Dopo che la notizia era già rimbalzata su giornali e tg, la testimone chiave ha ritrattato e la rom è stata scarcerata. La storia delle zingare che rapiscono i bambini non è realtà ma una leggenda metropolitana, ma ormai la diffusione di miti e leggende viaggia di pari passo con quella delle notizie. Già, perchè vuoi mettere quanto "tira" la storia di un povero piccino in balia di una brutta strega in una favola... pardon, in un articolo...?
Tanto baccano per un sequestro mai avvenuto e invece poche righe di cronaca, presto dimenticate, per una notizia per fortuna a lieto fine: una bambina di 18 mesi rapita dall'auto della madre davanti ad un supermercato, in Brianza, e ritrovata poco dopo in casa della responsabile del sequestro, affetta da disturbi psichiatrici. Non è certo il caso di infierire sulla povera donna malata di mente, ma forse qualcuno ha titolato "Bimba rapita da brianzola", come sarebbe accaduto se il rapimento l'avesse compiuto una squilibrata rom o rumena? No, il titolo era: "Stavolta è successo davvero: bimba rapita al supermarket. Non da una rom ma da una brianzola".
Oppure il caso della morte di Giovanna Reggiani. I media suggeriscono che responsabile del crimine sia non tanto la singola persona quanto piuttosto la sua "cultura". Tant'è vero che non è stata evidenziata la connotazione più evidente del crimine, insieme alla ferocia: l'assoluta stupidità. Non abbiamo trovato titoli che dicessero che il responsabile del crimine era "uno squilibrato" oppure "un ubriaco". Sembra che la causa del delitto sia nel fatto di essere rom, perchè sono i rom che sono diversi, miserabili, pericolosi e spesso criminali.
Io dico allora che a questo crimine se ne sono aggiunti due. Il primo è quello commesso dai media, creando una sorta di campagna di odio sfrenata, eccitando l'ostilità fra gruppi etnici o nazionali. Il secondo crimine è quello commesso dalla politica. Molti leader di partito e di governo non hanno esitato ad esasperare i toni attraverso una spirale di dichiarazioni, appelli, prese di posizione...attenti molto di più agli interessi elettorali che ad affrontare in modo costruttivo e ragionevole la situazione.
Cosa succederebbe in Italia se un pregiudicato romeno ubriaco investisse sulle strisce una signora italiana con due bambini e la riducesse in fin di vita? Ovviamente diverrebbe in un lampo prima notizia su tutti i media. Cosa succede se avviene il contrario? La notizia non c'è. I media oramai formano un compatto partito del pregiudizio utilizzando il loro sterminato potere per diffonderlo ad arte.
Emblematico a tal proposito il caso della donna rumena e del suo nipotino investiti sulle strisce pedonali da un ragazzo italiano. Il titolo sul televideo era:"Bergamo, auto uccide nonna e nipotino". Auto, non italiano.
E ancora, l'ubriaco-killer, italiano, che ha investito uccidendola una donna rumena. Questa notizia non c'è stata nè alla radio nè alla televisione. Solo nei quotidiani, ridotta a una notiziola di poche righe. E se la situazione fosse stata invertita? La notizia sarebbe finita facilmente in prima pagina e all'interno avrebbe avuto molti articoli di contorno, oltre a quello centrale di cronaca. Ma c'è un'aggravante stavolta: è stato persino taciuto il nome dell'ubriaco-killer. Eppure il protagonista non era un minore, ma un giovanotto di 35 anni.
Nella nostra opinione pubblica c'è posto solo per l'ipocrisia... visto che faccio parte della categoria faccio autocritica e dico: diamoci tutti una bella regolata, perchè se questo Paese va a rotoli (vedi i rom, vedi gli ultras uccisi, vedi i politici incapaci di opporsi razionalmente) è colpa di tutti, anche di chi decide ciò che va discusso e ciò che va cestinato.
Etichette: il ruolo dei media sul problema dell'immigrazione
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