Aurolac kids
"Dal nostro primo passo nel mondo dipende il resto dei nostri giorni" Voltaire
A partire dal 1989 per molti bambini rumeni questo primo passo è stato una caduta in un baratro di miseria e povertà. Una situazione che, a 19 anni di distanza, presenta ben pochi miglioramenti.
In tutti i regimi comunisti, la figura del bambino era al centro della propaganda sociale, in quanto maggiori percentuali di nascita assicuravano allo Stato un numero sempre crescente di futuri operai. Nei manifesti erano spesso rappresentati bei bambini con i tratti tipici delle popolazioni dell'est, ben nutriti e sorridenti. Lo Stato garantiva scuola gratuita, un contratto con una fabbrica se a 16 anni decidevi di interrompere gli studi, regali natalizi e affitti bassi.
Nel 1966 Nicolae Ceausescu, capo del Partito Comunista e dello Stato di Romania, emanò il decreto 770, con lo scopo di innalzare i livelli di natalità del paese. Vietò l'aborto, ogni forma di contraccettivo e instaurò delle tasse per le persone di ambedue i sessi che, superati i 25 anni, erano senza figli. La crescita della popolazione negli anni a seguire alzò i livelli di povertà e iniziarono a verificarsi i primi abbandoni di bambini da parte delle famiglie. Negli anni '70 furono costruiti i primi orfanotrofi che, con la fine dell'era Ceausescu, furono scoperti in tutto il loro orrore.
Col crollo del regime comunista e l'inizio dell'era capitalista la situazione esplose. Sempre più genitori furono costretti a lasciare i figli negli orfanotrofi che, ormai strapieni, rifiutavano chi avesse superato una certa età. Molto spesso erano gli stessi bambini a scappare da violenze domestiche incrementate dal crescente abuso di alcool. Nel anno 1990 furono abbandonati 30.000 tra bambini ed adolescenti. L'unica alternativa rimaneva la strada ed è proprio a partire dal 1989 che nasce il fenomeno dei bambini di strada o Aurolac kids (dal nome della colla che sono soliti inalare per eliminare le sensazioni di freddo e fame). Ciò che ti offre la vita di strada è facilmente immaginabile: abusi sessuali,violenze (anche da parte della polizia), malattie sessualmente trasmissibili e malnutrizione. Inoltre le colle portano a cambiamenti di umore che sfociano nella violenza. Gli Aurolac kids di seconda e terza generazione sono soliti formare microgruppi in cui i bambini più grandi (di 5 e 6 anni) proteggono e "istruiscono" quelli più piccoli (di 2 e 3 anni). Le fogne sono allestite come vere e proprie case: con i rifiuti si costruiscono letti ed è qui che centinaia di ragazzine danno alla luce i propri figli, esponendoli alle più svariate malattie provocate dalle inesistenti condizioni igieniche. La forte denutrizione e l'abuso delle varie colle porta ad un blocco della crescita (molti adolescenti di 16-17 anni non dimostrano più di 10 anni) e a varie malattie dell'apparato respiratorio. Ma il problema delle malattie non si ferma qui. Negli anni '80 furono infettati di AIDS dalle autorità sanitarie circa 10.000 persone, per lo più bambini che vivevano negli orfanotrofi. Si conta che, agli inizi degli anni '90, il 50% dei bambini europei malati di AIDS vivessero in Romania. E lo stato attuale non è rassicurante: se non verranno attuate al più presto prevenzione ed informazione, entro il 2010 l'1% della popolazione rumena sarà sieropositiva.
I dati attuali sui bambini di strada sono stati definiti dall' Unicef "catastrofici". Nella sola Bucarest vivono tra i 3000 e i 5000 bambini di strada. Dei 5.6 milioni di bambini in tutta la Romania, 3.9 milioni sono sfruttati nei vari campi lavorativi (agricoltura, lavori di casa, prostituzione, microcriminalità). Ogni anno sempre più bambini scompaiono nel nulla: si è passati dai 224 nel 2003 ai 750 nel 2005.
Piccoli bagliori si iniziano a intravedere: dal 2002 esiste una legge di tutela sociale (ignorata dai più) in cui lo Stato si impegna a finanziare gli imprenditori sino al 50% dello stipendio se assumono un ragazzo in difficoltà. Il reinserimento è estremamente difficile: per ogni anno passato in strada ce ne vogliono 5 di recupero.
Molto problematica è anche la questione delle adozioni internazionali. Dopo il via alle adozioni incontrollate negli anni '90, la Romania dal 2005 ha bloccato le suddette. Ciò ha dato il via ad un vero giro d'affari di bambini negli ospedali. Gli stessi operatori sociali vendono un bambino rom per 4000 euro e un bambino rumeno per 10.000. La scoperta di questi traffici ha portato a chiudere letteralmente neonati in stanze d'ospedale: a Bucarest 20 bambini di sei mesi non possono essere affidati agli assistenti, in quanto privi d'identità, e sono chiusi a chiave per paura che vengano rubati. I bambini negli ospedali psichiatrici, secondo la denuncia della Mental Disability Rights, crescono disumanamente: immobilizzati a letto, denutriti (alcuni pesano 13 chili) e in condizioni igieniche precarie.
Le autorità rumene denunciano la scarsa collaborazione delle agenzie internazionali, dopo che l'affidamento è concluso. Infatti,dei 1500 bambini adottati dal 1997 non hanno più notizie o i rapporti inviati si sono verificati non veritieri: un bambino adottato in America è stato oggetto di abusi da parte del padre adottivo, che ora sta scontando 20 anni di galera.
Navigando su Internet si trovano moltissimi reportage di associazioni di volontariato che operano in Romania e raccontano la tragica situazione degli Aurolac kids. Vorrei dare un ulteriore contributo al blog postando un video tratto dal documentario Children Underground di Edet Belzberg, vincitore del Premio Speciale della Giuria al Sundance Film Festival e nominato agli Oscar nello stesso anno nella categoria Miglior Documentario. Inoltre una giornalista italiana, Paola Mordiglia, ha scritto un libro Randagi che racconta la storia di Miloud Oukili, un clown francese che dopo un viaggio nel 1992 rimase scioccato dal conoscere le storie dei ragazzi di strada e aprì una fondazione con cui, insegnando l'arte circense, cerca di salvare bambini e ragazzi.
Giansalvo Crizia
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