Progetto del corso di Nuovi Media Immagini e Informazione
Università degli Studi di Teramo

sabato 12 gennaio 2008

La sedia elettrica per due italiani innocenti: la vicenda di Sacco e Vanzetti

La vicenda che descrive meglio il trattamento discriminatorio cui erano sottoposti gli italiani è quella di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti.
Era il 1908 quando Bartolomeo Vanzetti, originario di Villafalletto (Cuneo) e figlio d’agricoltori, a soli 20 anni decide di partire per l’America. Si stabilì nel Massachusetts e lavorò in una cava, in varie trattorie, in un’acciaieria e in una fabbrica di cordami; dopo il 1916 si mise in proprio gestendo una rivendita di pesce. Amante della lettura, i suoi autori preferiti erano: Marx, Darwin, Hugo, Zola, Dante. Questa passione sarà utile durante le manifestazioni del gruppo anarchico, a cui aveva aderito dopo essersi stabilito in America, e purtroppo superflua durante i tre processi che lo accusavano di omicidio. Nel 1917 fuggì in Messico per evitare l’arruolamento nell’esercito.
Nicola Sacco, classe 1891, calzolaio pugliese. Emigrò nel Massachusetts dove trovò un impiego come calzolaio. Dal suo matrimonio nacquero due figli Dante e Ines. Entrò a far parte del gruppo anarchico italoamericano nel 1916 e partecipò a molte manifestazioni operaie. Anch’egli nel 1917 si spostò in Messico per sfuggire all’arruolamento è qui che conobbe Vanzetti.
Finita la guerra tornarono nel Massachusetts dove furono, a loro insaputa, pedinati dai servizi segreti americani e inseriti nella lista di sovversivi compilata dal Ministero della Giustizia. La stessa lista includeva Andrea Salsedo, amico di Vanzetti, che il 3 maggio 1920 morì misteriosamente cadendo dalla finestra del quattordicesimo piano di un edificio appartenente al Ministero della Giustizia. Sacco e Vanzetti organizzarono un comizio a Brockton per far luce sull’evento, ma il 5 maggio 1920, alcuni giorni prima della manifestazione, furono arrestati per possesso di volantini anarchici e armi. Tre giorni dopo vennero accusati della rapina, avvenuta qualche tempo prima, a South Baintree in un calzaturificio in cui persero la vita il cassiere della ditta e la guardia giurata.
Dopo tre processi nel 1921 vennero condannati alla sedia elettrica, senza prove a loro carico e con una confessione che li scagionava che non fu mai ascoltata. Il portoricano Celestino Madeiros affermava d’aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto i due accusati. Tutto ciò a causa della politica del presidente Wilson contro la sovversione che rendeva i due italiani capri espiatori di una situazione politica e sociale assai tesa. Per molti furono gli agnelli sacrificali di questa politica del terrore, per altri erano solo due italiani assassini giustamente condannati. Lo stesso Vanzetti in uno dei sui discorsi affermò: “ Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — io non augurerei a nessuna di queste ciò che io ho dovuto soffrire per cose di cui io non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui io sono colpevole. Io sto soffrendo perché io sono un radicale, e davvero io sono un radicale; io ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano [...]” (dal discorso di Vanzetti, al giudice Thayer, del 19 aprile 1927, a Dedham, nel Massachusetts). I due italiani si sentivano vittime del pregiudizio sociale e politico e consapevoli che nulla avrebbero potuto fare per avere salva la vita e far trionfare la giustizia, ma sapevano che con la loro morte ingiusta avrebbero insegnato alle successive generazioni cosa poteva causare la paura e l’odio nei confronti dello straniero. Ciò si evince dalle parole di Bartolomeo Vanzetti alla giuria che lo condannò a morte: “Mai, vivendo l'intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini”.
A nulla valsero appelli dall’Italia, manifestazioni di immigrati in America e la mobilitazione della stampa.
Nicola Sacco morì sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 alle ore 00.19, Bartolomeo Vanzetti ebbe lo stesso destino alle 00.26 della stessa notte.
Cinquant’anni dopo la loro morte nel 1977 il governatore del Massachusetts Michael Dukakis, in un documento ufficiale, riabilitò la memoria di Sacco e Vanzetti ammettendo gli errori commessi.
Nick e Burt, così venivano chiamati, da molti in America sono stati dimenticati, ma per l’Europa rimangono dei martiri da non dimenticare.

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