Progetto del corso di Nuovi Media Immagini e Informazione
Università degli Studi di Teramo

venerdì 11 gennaio 2008

"Immigrazione" sinonimo di violenza

"Immigrazione", per molti sinonimo di crimini e violenza. E' consuetudine, infatti, che reati come furti, sequestri e omicidi vengono sempre più spesso attribuiti alla mano di cittadini extracomunitari, per l'opinione pubblica, i responsabili dell'aumento degli episodi di violenza nel nostro Paese.
Che il fenomeno della microcriminalità sia aumentato in relazione ai grandi flussi migratori lo ha, però, confermato anche il sindaco di Firenze Dominici durante la Conferenza nazionale sull'immigrazione, tenutasi nel capoluogo toscano lo scorso Settembre. In questa sede il primo cittadino ha, però, precisato che "a essere temuti sono solo i clandestini, in quanto detentori dell'illegalità".
Dello stesso parere di Dominici si è rivelato l'ex ministro dell'Interno Pisanu, il quale invita "a distinguere nettamente l'immigrazione regolare, fenomeno necessario e positivo, da quella clandestina, che è l'aspetto patologico da combattere", ammettendo che "gli immigrati clandestini sono i responsabili principali dell'aumento della delittuosità complessiva in Italia".
Se lanciamo uno sguardo alla classifica dei "più criminali" spiccano al primo posto gli immigrati di nazionalità romena, in quanto i più coinvolti in attività illecite.

Di fronte a crimini commessi dai romeni la società perbenista italiana si sente di generalizzare e dalla colpevolezza di uno passa alla colpevolezza di tutti. Non bisogna però fare di tutta l'erba un fascio, in quanto, si deve anche tener conto dei lavoratori onesti che vengono in Italia per conseguire una vita più dignitosa rispetto quella che facevano nel loro Paese d'origine. Di queste persone, al contrario dei loro connazionali delinquenti, non si parla mai e ciò porta a pensare che in una società mediatica come la nostra vengono portate in superficie solamente le notizie più interessanti e diffamatorie. Daltronde parlare della vita di un muratore romeno in Italia non attira l'attenzione come una notizia che parla invece di uno stupro di una donna italiana da parte di un extracomunitario della stessa nazionalità. La cosa più interessante è il fatto che nei giornali ad essere sottolineata è la parola "romeno" come se non potesse essere altrimenti, come se è ormai scontato che a compiere atti come questo possano essere solo loro. Ma non si può -e non si deve- credere che quello dei romeni sia un popolo di criminali poichè come in tutte le altre nazionalità c'è da distinguere la parte dei cittadini onesti da quella dei cossidetti "fuorilegge".



A far accrescere la diffidenza nei confronti degli emigrati dalla Romania è stata la tragica vicenda di Giovanna Reggiani, la donna violentata e uccisa a Tor di Quinto (Roma) da un rom. Questo caso non ha fatto altro che contribuire alla creazione di una sorta di "nemico assoluto" contro cui combattere e dalla quale proteggersi. Nei mesi seguenti al delitto, infatti, oltre a diffondersi la paura e la ricerca di maggior sicurezza si è anche venuta ad accrescere una componente razzista e xenofoba che di certo non contribuisce a migliorare la questione immigrazione. Per arginare queste possibili conseguenze di violenza sulla popolazione romena, le chiese valdesi e metodiste, che la Reggiani frequentava, hanno opposto il loro dissenso ad ogni strumentalizzazione politica e hanno affermato che il fardello della vendetta è da attribuire solo al colpevole di tale delitto e non su tutta la comunità romena,poichè da combattere è solo una minoranza.
Dal canto suo il Presidente della Repubblica Napolitano ha dichiarato che non si deve avere paura dei romeni né tantomeno dei rom e che anzi bisogna aiutarli a integrarsi nel rispetto delle regole e modificare le leggi troppo restrittive del nostro Paese riguardanti la stessa immigrazione. Di ben altro parere si mostrato il centro-destra. Secondo il l'ex premier Berlusconi infatti è necessario chiudere le frontiere almeno per due anni agli immigrati provenienti dall'Est Europa, mentre il leghista Bossi ha detto che i flussi migratori devono essere arginati, altrimenti rischiamo di far fronte a conseguenze nefaste. Il leader leghista ha inoltre mostrato il suo apprezzamento per lo slogan lanciato dalla Lega dei ticinesi che paragona l'immigrazione alla colonizzazione delle terre americane nel XVI secolo.

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