Prodi aperto all'immigrazione romena ma gli italiani hanno paura
In una lettera del 5 novembre 2007 inviata dall'attuale Presidente del Consiglio al quotidiano Il Messaggero Prodi ha affrontato il tema scottante dell'immigrazione.
Il premier ha affermato che "il decreto sull'espulsione d'urgenza dei cittadini comunitari pericolosi per l'ordine pubblico e sociale e' stato un atto doveroso oltre che giusto, come è doveroso e giusto organizzare sempre meglio la cooperazione con le autorita' romene per la gestione dell'emergenza criminalità" e ha aggiunto che sente di dover rispondere "alle esigenze dei cittadini che chiedono più sicurezza" così come a quelle "altrettanto legittime dei tanti stranieri che bussano alle porte sperando di poter avere nel nostro Paese un'esistenza dignitosa". Dalle parole del Presidente del Consiglio capiamo che i fatti delittuosi avvenuti gli scorsi mesi non contribuiranno a danneggiare i rapporti tra Italia e Romania, al contrario entrambi si impegneranno a "filtrare" l'immigrazione e a incrementare i controlli alle frontiere.
Prodi ha poi ammesso che l'Italia continuerà ad aprirsi agli immigrati che hanno scelto il nostro Paese come meta, quelle stesse persone che accettano le regole del paese d'accoglienza e si impegnano nel loro lavoro senza causare fastidio a nessuno, mentre con altrettanta determinazione si impegnerà a combattere contro i cladestini e gli irregolari.
Non tutti gli italiani sono d'accordo col premier e vogliono invece l'interruzione del flusso migratorio romeno, in quanto non si sentono protetti "a casa loro" e hanno paura di fronte a episodi di violenza come quelli presentati dai giornali o dai telegiornali. C'è bisogno di certezze e la voglia di uscire di casa senza pensare di poter essere derubati, aggrediti o uccisi.
Accanto alla paura si sta istaurando anche la sete di vendetta, causa principale di atti di violenza contro i cittadini romeni e diretta coseguenza di una mancata giustizia. Secondo il commissario europeo responsabile della giustizia, sicurezza e libertà Frattini, nonostante il mancato rispetto di alcuni accordi da parte della Romania, la colpa del mancato controllo del fenomeno immigrazione è da attribuire allo stesso Prodi poichè "nel 2004, il governo Berlusconi decise una moratoria, per i nuovi dieci stati membri della Commissione europea, sugli ingressi per lavoro subordinato" mentre invece, "una volta insediato, il governo Prodi ha deciso di non reiterarla" e "per Romania e Bulgaria, entrate il primo gennaio 2007, ha previsto una moratoria con deroghe per tutti i lavori svolti da romeni, svuotando così il provvedimento".
Di fronte a questi scoinvolgimenti Prodi ha affermato che interrompere il fenomeno dell'immigrazione "non è possibile semplicemente perchè non è possibile ignorare le conseguenze della demografia. Dobbiamo anzi imparare sempre di più a considerare l'immigrazione legale come una risorsa, un sostegno per i nostri sistemi economici e sociali. L' unica cosa ragionevole da fare quindi è attrezzarsi al meglio per farvi fronte" e assicura che si può invece "dialogare con i Paesi di origine e offrire loro incentivi per porre un freno alla partenze indiscriminate, soprattutto se si tratta di persone con precedenti penali. E allo stesso tempo dotare il nostro Paese degli strumenti per governare una società destinata a diventare sempre piu' multietnica e multiculturale, e quindi sempre più articolata".
Nelle foto centrale il Presidente romeno Traian Basescu
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