Le violenze sui romeni
Quello dell'integrazione è senza dubbio uno dei problemi posti all'ordine del giorno e quando si parla di immigrati romeni sembra addirittura che la società si "chiuda a riccio". Nei cittadini italiani si sono infatti generati sentimenti di rabbia e odio che escludono ogni possibilità di dialogo e apertura.
La popolazione è rimasta notevolmente scossa dagli episodi malavitosi ed efferati compiuti da quella parte di romeni che per fortuna rappresenta solo una minoranza. L'astio e il rancore sono dovuti alla mancanza di giustizia, all'esasperazione e alla consapevolezza di dover far fronte anche alla criminalità straniera oltre che a quella "made in Italy". Così di fronte a una pena inadeguata, gli italiani cercano di farsi giustizia da soli, come nel caso del rom ubriaco che ha travolto e ucciso quattro ragazzi nell'ascolano. In quell'occasione, straziati dal dolore e animati dal desiderio di vendetta, i compaesani dei ragazzi deceduti hanno cercato di dar luogo al linciaggio del rom, il quale dopo il processo è stato condannato alla "reclusione" in un residence a San Benedetto. Qualche settimana dopo è uscita sui giornali la notizia che l'assassino avrebbe girato una serie di spots pubblicitari. Come si può reagire davanti alla decisione del giudice di mandare
il colpevole di quattro morti a prendere il sole in un residence, mentre i genitori delle vittime piangono ancora i loro figli?
Sono episodi come questo o come l'assassinio del già ricordato delitto Reggiani che fanno diffidare della giustizia e degli immigrati.
Ma a fare la parte della vittima non è sempre un italiano infatti sono molti i casi di violenza proprio su i tanto temuti romeni. Un episodio di violenza è rappresentato dalla vicenda accorsa il 2 novembre scorso nei pressi di Roma quando alcuni italiani hanno aggredito tre romeni con coltelli e bastoni nel parcheggio di un supermercato. Il perchè di tale gesto non è ancora chiaro, si è pensato a un pareggio di conti o addirittura a una vendetta per la morte di Giovanna Reggiani.
Si può parlare a tal proposito dello sfruttamento del lavoro in Romania, dove vengono aperte industrie e fabbriche italiane che danno sì lavoro alla popolazione autoctona ma che si approfittano anche del basso costo della manodopera e sottopongono i lavoratori a orari poco flessibili e massacranti. Da ricordare è anche il fenomeno della prostituzione, soprattutto quello riguardanti romene minorenni. In quel caso i veri delinquenti sono tutti coloro che sulle strade si approfittano di queste ragazze che nella maggior parte dei casi sono state condotte in Italia col pretesto di un lavoro o di una facile carriera.
Altre forme di odio e violenza sui romeni - e sugli extracomunitari in generale - nascono dalla credenza che gli immigrati rubino il lavoro agli italiani. La questione non è secondaria in quanto molti stabilimenti licenziano il loro personale per dare il lavoro all'estero o alle piccole e più economiche fabbriche degli extracomunitari, di cui i cinesi sono un esempio. C'è dunque la consapevolezza da parte degli italiani di vivere in un Paese che offre sempre meno posti di lavoro e che presenta un aumento dei prezzi non proporzionale all'aumento dei salari.
Di fronte alle tante soluzioni da applicare al problema la più dura è sicuramente quella proposta dal leghista Bettio, il quale dichiara di dover usare contro i romeni i metodi usati dai nazisti contro gli ebrei, Infatti bisognerebbe "usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne 10 per ogni torto fatto a un nostro cittadino". Contro questa congettura leghista il Ministro Ferrero ha dichiarato che i leghisti, al pari dei nazisti, vedono negli immigrati un capro espiatorio su cui scaricare i problemi della società.
Nella foto l'assassino di Giovanna Reggiani
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