La Kumpania e L'organizzazione socio economica ROM
Parlare dell’organizzazione socio-economica della comunità Rom necessita della premessa fondamentale che alla popolazione nomade manca da qualche anno il reale elemento che li contraddistingue dalle altre culture, che si identifica proprio nel nomadismo.
A proposito dell’economia quindi dobbiamo tenere presente che la forzata sedentarietà li ha posti di fronte ad un confronto continuo con la cultura del luogo ospite, spesso invasa dal consumismo, frutto del nostro capitalismo. Ovviamente i loro modelli culturali stentano a reggere il confronto con quelli della nostra società. Ciò contribuisce all’emarginazione e alla persistente mancanza di equilibrio nel confronto delle culture.
I mestieri Rom sono quelli di giostrai, venditori ambulanti, maniscalchi, arrotini, stagnini, allevatori di animali da tiro, questua e chiromanzia. Inoltre i Rom svolgono una funzione di collegamento tra i paesi che attraversano, portando notizie e quindi svolgendo servizi importanti in una società contadina e prevalentemente analfabeta.
Ovviamente la struttura economica si muove culturalmente tutta intorno all’idea di viaggio ed è quindi chiaro che si rispecchi nei legami familiari.
Sembra quasi scontato specificare che all’interno della comunità non esistono reali regimi o organizzazioni regolate e stabilite da ‘Capi’, sebbene in passato si fosse parlato di Re e Regine: si trattava, infatti, solo di leggende atte a stimolare la curiosità del Gagè.
Non esistendo una vera organizzazione si può verificare infatti che le redini dei gruppi sono affidate ai più anziani.
La massima autorità giudiziaria Rom è costituita invece dal krisnitóri, cioè da colui che è chiamato a presiedere la kris.
Si tratta di una sorta di tribunale zingaro costituito dai membri più anziani del gruppo che si riunisce nei casi di controversie matrimoniali o danni arrecati da un membro della comunità a un altro. Alla kris possono partecipare anche le donne, che però non hanno potere decisionale, unicamente nelle mani degli anziani presieduti dal krisnitóri, che dopo aver ascoltato entrambe le parti in causa, sentenziano la pena.
Ovviamente la peculiarità di questa popolazione è lo spiccato individualismo che la contraddistingue. L’organizzazione sociale infatti ruota al massimo intorno al nucleo famigliare costituito da padre, madre e figli.
I figli in molte famiglie Rom rappresentano la prima fonte di sussistenza economica.
I maschi, raggiunta una certa età, vengono spesso iniziati ad altre attività che consistono nell’accompagnare il padre sui mercati per affiancarlo nella vendita dei prodotti artigianali.
Oltre alla famiglia in senso stretto, si pone la famiglia estesa con la quale vengono sovente mantenuti i rapporti di convivenza nello stesso gruppo, comunanza di interessi e di affari o frequenti contatti se le famiglie nomadizzano in luoghi diversi.
Spesso però per i gruppi nomadi che viaggiano assieme ( o che magari hanno parziale sedentarizzazione nello stesso luogo) maggiore importanza rispetto alla famiglia estesa viene data alla cosiddetta kumpania, ovvero l’insieme delle famiglie che appunto convivono o fanno parte dello stesso sottogruppo. Una specie di quartiere nomade.
Anche nella Kumpania non esistono organizzazioni gerarchiche; l’unico rappresentante del gruppo è un membro eletto per il rapporto con l’esterno della comunità scelto per alcune qualità personali, quali la saggezza, l'esperienza, l'abilità a trattare con i gagè e l'equilibrio.Una carica non ereditaria che è sempre possibile rimuovere.
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