Progetto del corso di Nuovi Media Immagini e Informazione
Università degli Studi di Teramo

giovedì 24 gennaio 2008

Caso Ahmetovic

Recentemente la popolazione rom immigrata in Italia è tornata a far parlare di se, purtroppo in modo tutt’altro che piacevole. Lo scorso 23 aprile ad Appignano, Marco Ahmetovic, rom di 22 anni, guidando ubriaco ha travolto e ucciso quattro ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, che erano seduti su un muretto al ciglio della strada.
Il tribunale di Ascoli Piceno ha processato il giovane rom e lo ha condannato a sei anni e sei mesi, permettendo gli arresti domiciliari. Ora Ahmetovic si trova a scontare la sua pena chiuso in un residence di Porto D’Ascoli. La notizia venne divulgata attraverso tutti i quotidiani ma non desta l’indignazione generale finché al giovane rom non viene proposta la pubblicazione di un libro intitolato “anche io sono un essere umano” nonché uno spot e un video musicale; non è finita: Ahmetovic viene richiesto per fare da testimonial ad una linea di abbigliamento chiamata “Linearom”, un orologio che porta il suo nome e un profumo. Il manager che cerca di lanciare nel mondo dello spettacolo anche personaggi divenuti celebri per crimini è Alessio Sundas, che si difende dalle accuse dicendo: “lo faccio per dare contro al sistema italiano che permette ai condannati di diventare delle vere e proprie star.” Le parole del manager risuonano poco sincere, soprattutto ai genitori delle vittime che, quasi sconvolti, replicano: “non dovrebbe avere neanche il cellulare, invece ha rilasciato varie interviste telefoniche; che venga ripreso dalle telecamere è poi un’indecenza”. Oltre a essere un’indecenza è altresì illegale che un condannato ai domiciliari abbia contatti con l’esterno, non dovrebbe avere il cellulare, né la possibilità di rilasciare dichiarazioni attraverso la rete, non sono consentite le visite se non in presenza della polizia e non può rilasciare commenti se non in presenza del suo legale. Come ha fatto Alessio Sundas ad avere un colloquio con Ahmetovic? Grazie all’appoggio di Marco Fabiani, l’italiano che ospita il giovane rom nel suo appartamento. Tutto l’accaduto non è solo un crimine, non è solo un modo per far soldi, ma è soprattutto una grandissima mancanza di rispetto verso le vittime della tragedia e verso i familiari, che vedono l’assassino dei loro figli diventare una celebrità poiché, invece di pagare per quello che ha fatto, rilascia interviste e firma contratti come una star dello showbuisness. Ovviamente comprensibili le parole di Timoteo Luciani, padre di una delle vittime, che afferma: “Ci hanno fatto passare per razzisti, ma noi siamo gente seria, che lavora venti ore al giorno e fa sacrifici per la famiglia” inoltre ha un’idea precisa della gente che occupa il campo rom di Appignano “ li conosciamo da tanto, sappiamo come vivono e non mi vengano a dire che a sbagliare siamo noi”.
Il caso di Marco Ahmetovic non è stato ancora chiuso, è previsto un altro processo a Marzo, nel quale la condanna potrà essere modificata e gli arresti domiciliari revocati; non solo: sono stati scoperti dalla polizia altri crimini di cui si è macchiato il giovane rom, che potrebbero peggiorare la sua situazione legale.
Fonte: www.ilmessaggero.it

Jessica Pavone

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1 Commenti:

Blogger Marivs ha detto...

Mi potrebbe dire cosa c'entra Marco Ahmetovic nato a Caserta nel 1985 (per Legge - ITALIANO), di origine bosniaca, con l'immigrazione rumena?
La invito a ritornare a scuola per imparare un po di storia e geografia.
Marius (un rumeno)

4 aprile 2008 alle ore 11:55

 

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