DELINQUENZA ED IMMIGRAZIONE
Sempre più spesso, vediamo in televisione e nei giornali gli immigrante prendono parte ad attidi violenza. Si pensa, molte volte, che l'immigrazione può essere sinonimica di opportunità di impiego. Le persone cercano migliori opportunità di vita in paesi con un'economia solida, ed a loro volta questi paesi hanno bisogno di immigranti per mantenere la propia stabilità economica. Osservando da questo punto di vista l'immigrazione, potremmo ritenerla un fattore di progresso, ma non è sempre così. In alcuni casi gli immigranti che arrivano in un paese cominciano a delinquere. Qual é il motivo di questa delinquenza? Vediamo alcune teorie:
1. La teoria del conflitto di culture, formulata dal sociologo nordamericano Thorsten Sellin negli anni trenta, secondo cui la delinquenza si produce quando entrano in contatto popolazioni lecui rispettive culture hanno un sistema distinto di valori e norme. Ad esempio quando in Spagna arriva un immigrante dalla Romania, questo porta le sue abitudini e i suoi valori che magari per noi possono risultare provocatori di conseguenta produce un conflitto. Inoltre esiste una differenza a livello legale tra paesi: in un paese si considera delitto ed in un altro no. Un esempio chiaro di questo, a livello mondiale, è la mutilazione genitale femminile, che alcune culture africane considerano come un requisito del pudore, mentre in Europa si punisce come delitto. Un altro esempio, è l'elevato tasso di furto che manifestano gli immigranti rumeni di etnia Romaní. Secondo il loro particolare sistema di valori, questa etnia non condanna l'appropriazione di beni appartenenti a persone esterne alla loro etnia. Ma nel nostro paese ed nel resto del mondo, questo atto si considera un delitto punito dal la legge.
2. Dal punto di vista della teoria della privazione relativa del criminologo belga Adolphe Quételet, una persona può venire spinta alla delinquenza a causa della frustrazione che genera il contrasto tra le sue condizioni di vita e le sue aspirazioni. Il tasso di delinquenza non risponderebbe alla povertà in se stessa, bensì al fattore soggettivo delle aspirazioni dell'individuo. Cioè, una persona con molte aspettative di progresso che ha deciso lasciare il suo paese di origine, e di entrare a contatto con una nuova società molto più ricca si sentira frustrato, sconfitto e con un livello di vita piu elevato rispetto a quello a cuiera abituato e per questo si vede costretto a rubare.
3. Una terza teoria sulla delinquenza è quella del controllo sociale, del nordamericano Triver Hirschi del 1969. Secondo questa teoria una persona è meno esposta a cadere nella delinquenza si se trova integrata nel suo ambiente. Nella misura in cui gli immigranti e noi ci troviamo meno concordi coi valori del paese di accoglienza, i tassi di delinquenza tenderebbero ad essere in generale più elevati.
505.670 sono le persone che hanno abbandonato la Romania per stabilirsi in Spagna e compongono il maggior collettivo straniero, a grande distanza dal marocchino, 298.424 membri, che occupa il secondo posto. Se i rumeni della Spagna si riunissero, formerebbero la settima città più popolata della Spagna. La maggioranza di essi (294.345) il 139,3 percento, sono arrivati durante i primi dieci mesi dell'anno scorso, immediatamente dopo che il loro paese entrasse nell'Unione Europea, e si alzassero le barriere confinanti. Come nuovi cittadini europei, dispongono di libertà per circolare e risiedere dove piaccia loro. Tuttavia, i diritti lavorativi sono limitati. Per evitare che un arrivo massiccio dei nuovi cittadini europei squilibrasse il mercato lavorativo, il Governo ha stabilìto una moratoria di due anni, a iniziare dal 1 di gennaio di 2006. Fino a questo termine, i rumeni che vogliano lavorare devono avere gli stessi requisiti degli immigranti provenienti da paesi esterni all'UE. Ma neanche le autorità che progettarono questa misura avevano immaginato una valanga come quella che si è prodotta.
La Spagna riceve mille immigranti all'anno e possiede il tasso di delinquenza più elevato riferito agli immigranti. I mezzi di comunicazione hanno effettuato studi ed investigazioni che lanciano cifre preoccupanti ed agitano l'opinione pubblica. Questo dibattito è usato da molti partiti politici per generare polemiche e guadagnare punti per le elezioni generali che casualmente si celebrano in Spagna il prossima 9 Marzo. Il 2 gennaio si pubblicava nel quotidiano El País il seguente titolo: "Gli immigranti chiedono di non essere utilizzati come arma elettorale". Gli immigranti non vogliono trasformarsi in un'arma dei partiti politici nella prossima campagna elettorale, meno ancora se il dibattito non serve per parlare di temi che interessano loro, come il diritto di voto. Ultimamente gli immigranti osservano preoccupati i loro problemi e come essi sono spesso utilizzati per alzare il "voto della paura" di certi settori della società.
Il giorno 13 novembre del 2007 si pubblicava su El País: "I rumeni criticano di essere collegati con la delinquenza". La disinformazione nella quale si trovano i rumeni quando arrivano in Spagna fa si che si trovino con problemi lavorativi, educativi e perfino di accesso alla sanità. Per questo motivo l'informazione è vitale per favorire l'integrazione. Ma anche l'informazione inversa: fare conoscere la cultura e la società rumena, un collettivo che, come hanno denunciato le associazioni dei rumeni in Spagna, si vincola con la delinquenza e con le classi sociali più basse.
L'integrazione in una società pluralistica non è un semplice adattamento ad un mezzo sociale suppostamente omogeneo, è trovare in quello mezzo sociale un posto nel quale convivere civilmente con i diversi da noi. Bisogna superare l'idea che integrarsi è, in una società pluralistica, assimilarsi a quello che esiste, sia i nativi che gli immigranti devono farsi carico dell'integrazione.
Le fasi dell'integrazione sono:
a) Adattamento: si tratta di un periodo di breve durata durante il quale l'immigrante conosce il suo nuovo paese. Bisogna naturalmente contare che giocano un ruolo importante tutta una serie di fattori personali e familiari in questo periodo che rendono più o meno difficile il suo superamento.
b) Insediamento: Fisico, individuale e morale. Fondamentalmente consiste nel trovare un lavoro stabile e soddisfacente, ottenere la documentazione che gli permetta di godere di una residenza permanente nel paese se non l'ha, avere casa propria, far venire la sua famiglia ed educare i figli.
c) Integrazione: in senso specifico, cioè, un condividere umanamente coi nazionali, potere parlare nella sua lingua, sentirsi accolto e volere essere accolto.
d) Acculturazione: cioè, abituarsi alle modalità culturali, politiche e sociali del paese di accoglienza. Accettazione e compenetrazione delle norme, e delle maniere di pensare ed agire.
e) Nazionalizzazione: fase che è considerata come lo stadio ultimo dell'integrazione.
1. La teoria del conflitto di culture, formulata dal sociologo nordamericano Thorsten Sellin negli anni trenta, secondo cui la delinquenza si produce quando entrano in contatto popolazioni lecui rispettive culture hanno un sistema distinto di valori e norme. Ad esempio quando in Spagna arriva un immigrante dalla Romania, questo porta le sue abitudini e i suoi valori che magari per noi possono risultare provocatori di conseguenta produce un conflitto. Inoltre esiste una differenza a livello legale tra paesi: in un paese si considera delitto ed in un altro no. Un esempio chiaro di questo, a livello mondiale, è la mutilazione genitale femminile, che alcune culture africane considerano come un requisito del pudore, mentre in Europa si punisce come delitto. Un altro esempio, è l'elevato tasso di furto che manifestano gli immigranti rumeni di etnia Romaní. Secondo il loro particolare sistema di valori, questa etnia non condanna l'appropriazione di beni appartenenti a persone esterne alla loro etnia. Ma nel nostro paese ed nel resto del mondo, questo atto si considera un delitto punito dal la legge.
2. Dal punto di vista della teoria della privazione relativa del criminologo belga Adolphe Quételet, una persona può venire spinta alla delinquenza a causa della frustrazione che genera il contrasto tra le sue condizioni di vita e le sue aspirazioni. Il tasso di delinquenza non risponderebbe alla povertà in se stessa, bensì al fattore soggettivo delle aspirazioni dell'individuo. Cioè, una persona con molte aspettative di progresso che ha deciso lasciare il suo paese di origine, e di entrare a contatto con una nuova società molto più ricca si sentira frustrato, sconfitto e con un livello di vita piu elevato rispetto a quello a cuiera abituato e per questo si vede costretto a rubare.
3. Una terza teoria sulla delinquenza è quella del controllo sociale, del nordamericano Triver Hirschi del 1969. Secondo questa teoria una persona è meno esposta a cadere nella delinquenza si se trova integrata nel suo ambiente. Nella misura in cui gli immigranti e noi ci troviamo meno concordi coi valori del paese di accoglienza, i tassi di delinquenza tenderebbero ad essere in generale più elevati.
505.670 sono le persone che hanno abbandonato la Romania per stabilirsi in Spagna e compongono il maggior collettivo straniero, a grande distanza dal marocchino, 298.424 membri, che occupa il secondo posto. Se i rumeni della Spagna si riunissero, formerebbero la settima città più popolata della Spagna. La maggioranza di essi (294.345) il 139,3 percento, sono arrivati durante i primi dieci mesi dell'anno scorso, immediatamente dopo che il loro paese entrasse nell'Unione Europea, e si alzassero le barriere confinanti. Come nuovi cittadini europei, dispongono di libertà per circolare e risiedere dove piaccia loro. Tuttavia, i diritti lavorativi sono limitati. Per evitare che un arrivo massiccio dei nuovi cittadini europei squilibrasse il mercato lavorativo, il Governo ha stabilìto una moratoria di due anni, a iniziare dal 1 di gennaio di 2006. Fino a questo termine, i rumeni che vogliano lavorare devono avere gli stessi requisiti degli immigranti provenienti da paesi esterni all'UE. Ma neanche le autorità che progettarono questa misura avevano immaginato una valanga come quella che si è prodotta.
La Spagna riceve mille immigranti all'anno e possiede il tasso di delinquenza più elevato riferito agli immigranti. I mezzi di comunicazione hanno effettuato studi ed investigazioni che lanciano cifre preoccupanti ed agitano l'opinione pubblica. Questo dibattito è usato da molti partiti politici per generare polemiche e guadagnare punti per le elezioni generali che casualmente si celebrano in Spagna il prossima 9 Marzo. Il 2 gennaio si pubblicava nel quotidiano El País il seguente titolo: "Gli immigranti chiedono di non essere utilizzati come arma elettorale". Gli immigranti non vogliono trasformarsi in un'arma dei partiti politici nella prossima campagna elettorale, meno ancora se il dibattito non serve per parlare di temi che interessano loro, come il diritto di voto. Ultimamente gli immigranti osservano preoccupati i loro problemi e come essi sono spesso utilizzati per alzare il "voto della paura" di certi settori della società.
Il giorno 13 novembre del 2007 si pubblicava su El País: "I rumeni criticano di essere collegati con la delinquenza". La disinformazione nella quale si trovano i rumeni quando arrivano in Spagna fa si che si trovino con problemi lavorativi, educativi e perfino di accesso alla sanità. Per questo motivo l'informazione è vitale per favorire l'integrazione. Ma anche l'informazione inversa: fare conoscere la cultura e la società rumena, un collettivo che, come hanno denunciato le associazioni dei rumeni in Spagna, si vincola con la delinquenza e con le classi sociali più basse.
L'integrazione in una società pluralistica non è un semplice adattamento ad un mezzo sociale suppostamente omogeneo, è trovare in quello mezzo sociale un posto nel quale convivere civilmente con i diversi da noi. Bisogna superare l'idea che integrarsi è, in una società pluralistica, assimilarsi a quello che esiste, sia i nativi che gli immigranti devono farsi carico dell'integrazione.
Le fasi dell'integrazione sono:
a) Adattamento: si tratta di un periodo di breve durata durante il quale l'immigrante conosce il suo nuovo paese. Bisogna naturalmente contare che giocano un ruolo importante tutta una serie di fattori personali e familiari in questo periodo che rendono più o meno difficile il suo superamento.
b) Insediamento: Fisico, individuale e morale. Fondamentalmente consiste nel trovare un lavoro stabile e soddisfacente, ottenere la documentazione che gli permetta di godere di una residenza permanente nel paese se non l'ha, avere casa propria, far venire la sua famiglia ed educare i figli.
c) Integrazione: in senso specifico, cioè, un condividere umanamente coi nazionali, potere parlare nella sua lingua, sentirsi accolto e volere essere accolto.
d) Acculturazione: cioè, abituarsi alle modalità culturali, politiche e sociali del paese di accoglienza. Accettazione e compenetrazione delle norme, e delle maniere di pensare ed agire.
e) Nazionalizzazione: fase che è considerata come lo stadio ultimo dell'integrazione.
Il futuro della convivenza tra spagnoli e rumeni dipenderà dunque dal modo di procedere che si andrà realizzando tra gli immigrati, ma anche delle forme di procedere degli spagnoli. L'evoluzione a mezzo ed a lungo termine dei flussi migratori che stanno arrivando nel nostro paese. Ma l'incognita principale per il futuro non è relativa a chi è arrivato nel paese, ma nella generazione dei suoi figli, cioè nel comportamento che avrà quella seconda generazione.
Etichette: teorie immigrazione spagna
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